Variazioni su Temi di Diritto del LavoroISSN 2499-4650
G. Giappichelli Editore

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Verso il "superamento" del contratto a progetto. La disciplina transitoria e gli incentivi a favore della stabilizzazione (di Fabrizia Santini (Ricercatrice di diritto del lavoro dell’Università del Piemonte Orientale))


Il contributo analizza la disciplina transitoria delle collaborazioni a progetto, delle associazioni in partecipazione e delle partite Iva in corso di esecuzione al momento dell’entrata in vigore del d.lgs. n. 81/2015. L’indagine vuole dimostrare l’inidoneità del complesso normativo ad intaccare in maniera significativa l’area della parasubordinazione. Non si tratta solo della riviviscenza delle collaborazioni coordinate e continuative di cui all’art. 409 c.p.c.; proprio la disciplina transitoria che accompagna l’entrata a regime del provvedimento contribuisce a creare un sistema complesso, di discipline parallele, “conservando” tutti i rapporti di lavoro attualmente in vigore e riconducibili alla parasubordinazione. In stretta connessione all’obiettivo di “superare” il lavoro a progetto, si inserisce purtuttavia la previsione di cui all’art. 54 che esplicita la propria ratio nel tentativo di “promuovere la stabilizzazione della occupazione mediante il ricorso a contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato nonché di garantire il corretto utilizzo dei contratti di lavoro autonomo”, servente a sua volta alla realizzazione della scelta di politica legislativa sottesa a tutto l’inter­vento riformatore del Jobs Act ed identificata nella centralizzazione del contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato come contratto standard. La norma incentiva la conversione delle collaborazioni a progetto e delle partite Iva in rapporti di lavoro subordinato prevedendo l’estinzione di tutti gli illeciti amministrativi, contributivi e fiscali connessi alla erronea qualificazione del rapporto di lavoro.

Going beyond the project-based work. The transitory legal regime and incentives for employment stabilization

The paper analyzes the transitional provisions of project work, joint venture and of VAT in progress at the time of entry into force of Legislative Decree No. 81/2015. The survey wants to show the inability of the rulebook for significant dent in the area of ​​parasubordination. It is not just the revival of coordinated and continuous collaborations ex art. 409 c.p.c .; precisely the transitional rules helps to create a complex system of parallel disciplines, "preserving" all employment relationships currently in force and due to parasubordination. In close connection to the objective of "overcoming" the project work, the provisions of art. 54 express its ratio in an effort to “promote the stabilization of employment through the use of open-ended contracts as well as to ensure the correct use of self-employment contracts”, serving the implementation of legislative policy choice underlying all the jobs Act and identified in the centralization of the open ended contract. The rule encourages the conversion of project workers and of VAT in employment activities providing for the termination of all the offenses (administratives, tax and social security) related to the erroneous classification of the employment relationship.

1. La transizione al nuovo regime 1.1. Dal “superamento” alla “ricomposizione” dell’area della parasubordinazione L’intervento del Jobs Act che più ha attirato l’attenzione, degli operatori così come della dottrina, è la previsione contenuta nell’art. 52 del d.lgs. n. 81/2015, che determina, con chiarezza, fin dalla sua rubrica, il proprio oggetto: “Superamento del contratto a progetto”. La norma a tal fine abroga le disposizioni di cui agli artt. 61-69 bis del d.lgs. n. 276/2003 disponendo, in com­binata lettura con l’art. 2, comma 1, d.lgs. n. 81/2015 [1], che a decorrere dal 1° gennaio 2016 alle collaborazioni coordinate e continuative, non più a progetto, organizzate dal committente con riferimento ai tempi e al luogo della prestazione lavorativa si applica la disciplina del lavoro subordinato. Tanto è bastato ad indurre alcuni ad affermare il dissolvimento dell’area della parasubordinazione, i cui rapporti sarebbero stati ricondotti forzatamente nell’area della subordinazione. Senza poter entrare nel merito della questione, in ragione dell’ambito specifico entro cui deve essere contenuto questo contributo, è però possibile affermare fin d’ora che il complesso normativo non può affatto dirsi idoneo ad intaccare in maniera significativa la c.d. area “grigia”. Vi è innanzitutto la riviviscenza delle collaborazioni coordinate e continuative di cui all’art. 409 c.p.c. che, ai sensi dell’art. 52, comma 2, a fronte della abrogazione delle cococpro “restano salv(e)”, o, si dovrebbe meglio dire, vengono addirittura rilanciate dopo essere state abrogate dalla disciplina del lavoro a progetto ad opera del d.lgs. n. 276/2003. Vi è poi l’interpretazione dell’art. 2, comma 1 che ne dà un certo orientamento [2] secondo cui la norma, seppure oggetto di letture diversificate (che ne escludono una reale efficacia normativa [3] o vi ravvisano un intervento estensivo della nozione di subordinazione, per la maggior parte), identificherebbe le collaborazioni coordinate e continuative cui si applica la disciplina del rapporto di lavoro subordinato senza però mutarne la qualificazione. In altri termini, secondo tale lettura [4], il referente socialtipico delle collaborazioni etero-orga­nizzate andrebbe sempre rintracciato nella “zona grigia” delle collaborazioni parasubordinate [5]. Ed ancora, una delega “in bianco” alla contrattazione collettiva consente di identificare quelle ipotesi cui non troverà applicazione l’art. 2, comma 1, in ragione delle particolari esigenze produttive ed organizzative del settore (i call center ad esempio). Ma non solo. Il superamento della disciplina del lavoro a progetto comporta anche il venir meno del [continua..]

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