Variazioni su Temi di Diritto del LavoroISSN 2499-4650
G. Giappichelli Editore

19/03/2019 - Ancora sull’atto di contestazione degli addebiti e sull’illustrazione dei fatti per relationem.

argomento: Giurisprudenza - Corte di Cassazione

L’atto di contestazione degli addebiti può essere impostato con argomentazioni per relationem a un diverso atto noto al lavoratore, in particolare se i fatti siano a sua conoscenza, perché emersi già in contraddittorio con lui, come accade qualora il procedimento disciplinare faccia seguito a quello penale.

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Il principio è consolidato ed è coerente con criteri di giustizia sostanziale (nello stesso senso, v. Cass. 26 ottobre 2017, n. 25485). Infatti, “in tema di licenziamento disciplinare, la contestazione dell'addebito disciplinare a carico del lavoratore subordinato non può essere assimilata alla formulazione dell'accusa in sede penale, assolvendo solo la funzione di consentire al lavoratore incolpato, di esercitare il proprio diritto di difesa. Per il rispetto del canone della specificità, la contestazione dell'addebito non richiede l'osservanza degli schemi prestabiliti e rigidi propri del capo di imputazione di un reato. E’ ammessa la contestazione per relationem quando fatti e comportamenti, già richiamati in sede penale, siano a conoscenza dell'interessato, così che sono rispettati i principi di correttezza e garanzia del contraddittorio” (v. Cass. 5 gennaio 2015, n. 13).