Variazioni su Temi di Diritto del LavoroISSN 2499-4650
G. Giappichelli Editore

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L'attualità della legge n. 604/1966 (di Paolo Tosi (Prof. Emerito di diritto del lavoro dell’Università degli Studi di Torino))


È la trascrizione corretta della relazione svolta a Parma il 26 febbraio 2016 nel seminario su “La legge 604 del 1966 a 50 anni dalla sua approvazione” in occasione della presentazione della Rivista “Variazioni su temi di diritto del lavoro” diretta da Enrico Gragnoli.

Il saggio rappresenta la trascrizione della relazione svolta nell’ambito del seminario “La Legge 604 del 1966 a 50 anni dalla sua approvazione”, tenutosi in occasione della presentazione di questa rivista. L’Autore, dopo aver fornito una puntuale panoramica della genesi della legge n. 604/1966, e dopo aver sottolineato come l’organicità e la coesione della disciplina contenuta nel testo originario della legge derivassero dalla sostanziale recezione del contenuto dell’Accordo interconfederale del 1965, analizza gli elementi di criticità introdotti progressivamente dai reiterati interventi, diretti o indiretti, sia della Corte costituzionale che del legislatore, soffermando l’attenzione sui problemi derivanti dall’esclusione di diverse ipotesi dall’ambito di applicazione della legge.

The actuality of the law n. 604/1966

The essay is a transcript of the report presented at the seminar “The Law 604 of 1966, 50 years after its approval”, which took place on the occasion of the presentation of this magazine. The author provides for a detailed overview of the genesis of the Law 604 of 1966 and stresses that the organic unity and cohesion of the provisions contained in the original text of the law derived substantially from the reception the inter-confederal agreement of 1965. He analyses the critical elements gradually introduced by the repeated interventions, direct or indirect, of the Constitutional Court and the Parliament, focusing on the problems arising from the scope of exemptions to its implementation, provided for by the same law.

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Mi sia consentito di ringraziare l’amico Enrico e l’équipe che lo coadiuva sia per il lancio di una rivista che si presenta con tutte le carte in regola per un futuro prestigioso sia per l’onore e il piacere di essere stato invitato, quale uno dei due relatori, in questa splendida sala, che già conoscevo e nella quale sono tornato molto volentieri. Il tema scelto, la legge n. 604/1966, mi è poi particolarmente gradito per due ragioni. La prima è autobiografica: essendomi laureato nel dicembre del 1965, la mia vita di ricercatore si è svolta parallelamente alle sue vicende, applicative e modificative, dopo averla vista venire alla luce al termine di una tra­vagliata gestazione. La seconda ragione è sostanziale, atteso che la legge n. 604 è sempre stata l’architrave della disciplina dei licenziamenti e tale resta anche nella prospettiva di una futura convivenza con il d.lgs. n. 23/2015; il quale anzi può dirsi tornato alle origini nell’incardinare la disciplina sanzionatoria del licenziamento illegittimo sulla tutela obbligatoria. 1. –La gestazione della legge fu travagliata non tanto nell’iter parlamentare (inserito nel programma del Governo Moro III insediatosi il 22 febbraio 1966, il Disegno di legge conseguì la definitiva approvazione in tempi abbastanza rapidi, agevolato come fu dalla scelta di sostanziale recezione del contenuto dell’Accordo interconfederale sui licenziamenti individuali del 29 aprile 1965) quanto nella maturazione della decisione di un intervento limitativo del potere di recesso ad nutum del datore di lavoro in seno ai partiti politici della maggioranza governante. Ciò, sebbene già nel 1958, con un obiter dictum contenuto nella sentenza n. 7 del 24 gennaio (confermato poi con puntuale motivazione dalla sentenza 26 maggio 1966, n. 45), la Corte costituzionale avesse spianato la via ad un siffatto intervento. La Corte aveva infatti affermato che una disciplina limitativa dei licenziamenti ingiustificati non sarebbe stata in conflitto, anzi, sarebbe stata probabilmente più coerente con i principi fondamentali della Carta costituzionale. Il contrasto di opinioni restò però a dir poco vivace all’interno dei partiti di Governo, anche perché, al di là delle forti resistenze opposte dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro, in essi trovavano espressione anche quelle di parte delle organizzazioni sindacali dei lavoratori (in un’epoca caratterizzata dalla diffusa coincidenza di cariche nei sindacati e nei partiti nonché dalla abbondanza di sindacalisti investiti di mandati parlamentari). Particolarmente la CISL riteneva che l’intervento legislativo avrebbe espro­priato di funzioni loro proprie i sindacati; i quali del resto, con il ricordato accordo interconfederale del 1965, avevano [continua..]

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