Variazioni su Temi di Diritto del LavoroISSN 2499-4650
G. Giappichelli Editore

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La monetizzazione del diritto alle ferie: il tempo libero non è denaro (di Antonello Olivieri (Ricercatore di Diritto del lavoro dell’Università di Foggia))


L’articolo analizza il divieto di monetizzazione del diritto alle ferie annuali retribuite. Dopo aver analizzato le fonti normative e il fondamento del diritto irrinunciabile alle ferie, l’Autore ripercorre la consistente giurisprudenza della Corte di Giustizia e il principio di effettività alla base delle sue pronunce. Successivamente, offre una lettura dell’art. 36 Cost. al­l’interno della categoria del dovere e della dimensione della responsabilità. In tale prospettiva, analizza la recente sentenza della Corte Costituzionale n. 95 del 2016, con cui si è dichiarata non fondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 5, comma 8, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95.

The monetisation of the right to paid annual leave: free time is not money

The article analyses the prohibition of the monetisation of the right to paid annual leave. After having analysed the legislation sources and the fundamental of the inalienable right to vacation, the author retraces the substantial jurisprudence of the Court of Justice and the principle of effectiveness behind its pronouncements. Thereafter, he suggests a key of understanding of the art. 36 Cost. about the category of the duty and the dimension of the responsibility. In this perspective, the article analyses the latest sentence of the Corte costituzionale n. 95, 2016, which declares as unfounded the matter of constitutional legitimacy of the art. 5, paragraph 8, D.L. July 6, 2012, n. 95.

Articoli Correlati: monetizzazione - ferie

1. Il dovere di ferie La regolamentazione del tempo di lavoro e del tempo di non lavoro [1] sono intimamente legate, non solo perché quest’ultima presuppone una limitazione della prima, ma in quanto entrambe rappresentano meccanismi di tutela del lavoratore. Com’è noto, nella prospettiva marxiana non esiste una sostanziale differenza contenutistica e concettuale tra tempo di lavoro e non lavoro poiché in entrambe le dimensioni il lavoratore partecipa al processo di sussunzione reale, di alienazione all’interno del modo di produzione capitalistico. Il tempo libero non ha, nel seguire tale prospettiva, alcuna capacità compensativa, non potendo bilanciare il peso di un tempo di lavoro alienato. Così, i tempi di riposo sono sempre finalizzati a rigenerare la forza lavoro da rivendere successivamente. In termini più espliciti, tempo libero e tempo di riposo confluiscono nella medesima struttura globale [2]. Nella costante evoluzione del rapporto tra tempo vincolato e tempo liberato, in un contesto caratterizzato da una crescente de-oggettività ideale di valori [3] in grado di favorire una piena fungibilità tra diritti reali dei lavoratori e relativi equivalenti monetari, appare fondamentale determinare la specifica finalità perseguita dal diritto alle ferie, a seguito del riconoscimento costituzionale e sovrannazionale, in una prospettiva finalmente autonoma e non più funzionale rispetto agli obblighi contrattuali [4]. Negli ultimi anni il diritto del lavoro è stato declinato all’interno della dimensione della responsabilità [5] e di una nuova condivisione di diritti e doveri [6]. Anche il diritto alle ferie annuali retribuite ha subito questa sorta di metamorfosi. Infatti, accanto al tradizionale sfondo del sinallagma contrattuale, in cui viene preservato il momento della pretesa del lavoratore al rispetto di un proprio diritto concretizzabile, però, con l’attività di collaborazione del datore di lavoro quale responsabile, appunto, di un correlativo obbligo giuridico, il riposo annuale può essere proiettato anche all’interno della categoria del dovere e più precisamente del “dovere di essere” [7], ma anche un dovere verso sé stessi [8] che il lavoratore può violare se rinuncia alla propria libertà (il tempo liberato) “e la aliena per ragioni di denaro” [9]. Una tipologia del dovere costruita sulla relazione tra effettività e utilità in cui il tempo di non lavoro emerge come categoria prescrittiva e non meramente descrittiva. Quest’ultima prospettiva oltre a collegarsi intimamente con il tema della monetizzazione del diritto alle ferie è stata spesso trascurata. Per meglio coglierla è necessario soffermarsi sulla proteiforme [continua..]

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