Variazioni su Temi di Diritto del LavoroISSN 2499-4650
G. Giappichelli Editore

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Recenti tendenze della contrattazione collettiva statunitense (di Nicolò Rossi, Assegnista di ricerca in Diritto del lavoro dell’Università Cattolica del Sacro Cuore)


L’articolo – che rielabora e amplia l’intervento svolto dall’autore nel convegno “Il pensiero del Prof. Mario Grandi e la sua attualità”, organizzato in data 27 novembre 2020 dall’Uni­versità degli Studi di Parma – esamina alcune delle principali tematiche che sono emerse nella recente evoluzione del contesto sindacale statunitense. Partendo dalle riflessioni contenute negli studi di Mario Grandi, il contributo si sofferma in particolare sulle questioni giuridiche connesse alla riduzione del tasso di sindacalizzazione e su talune delle pratiche elaborate dalla contrattazione collettiva a fronte delle trasformazioni del panorama economico e del mondo del lavoro.

Recent trends in US collective bargaining

The paper – which amplifies the author’s speech in the conference “The thought of Prof. Mario Grandi and its current relevance”, organized on 27th November 2020 by the University of Parma – examines some of the main issues that have emerged in the recent evolution of the US trade union context. Starting from the considerations made in Mario Grandi’s studies, the article focuses on the legal issues connected to the reduction of unionization rates and on some of the practices elaborated by collective bargaining in the face of transformations of the economic framework and labour relations.

SOMMARIO:

1. Introduzione: sindacati e contrattazione negli Stati Uniti, a partire dagli studi di M. Grandi - 2. Generali tendenze dell’azione sindacale USA di fronte all’evoluzione del panorama legislativo interno e ai mutamenti del contesto economico globale - 3. Struttura e tecniche della contrattazione con particolare riguardo ai casi dell’industria automobilistica e siderurgica - 4. Recenti prospettive in materia di grievance procedure e di arbitrato: cenni - NOTE


1. Introduzione: sindacati e contrattazione negli Stati Uniti, a partire dagli studi di M. Grandi

«L’esperienza nordamericana di contrattazione collettiva si presenta tra le più ricche e tra le più complesse, che sia dato osservare in una società industriale contemporanea». Con queste parole – che conservano ancora una buona dose di attualità – Mario Grandi dava avvio a un noto saggio del 1970 che concentrava l’atten­zione su alcune delle più significative peculiarità del sistema di relazioni industriali degli Stati Uniti d’America, soffermandosi specialmente sui modelli contrattuali sviluppatisi nei settori dell’industria siderurgica e automobilistica [1]. Oltre ad analizzare il variegato assetto della contrattazione statunitense e i capisaldi della legislazione federale sui rapporti collettivi di lavoro, lo studio non mancava di esaminare alcuni specifici istituti contrattuali, svolgendo riflessioni su tematiche che anche oggi continuano a suscitare notevole interesse, nonostante le profonde trasformazioni intervenute in circa cinquant’anni di storia. Attraverso l’analisi dettagliata dei principali contenuti della negoziazione, infatti, venivano posti in evidenza problemi e tendenze che in parte hanno segnato negli anni successivi l’evoluzione del panorama sindacale e, per certi versi, dell’intera società americana. Non a caso, sottolineando l’importanza dei fattori economici e sociali che hanno influito sullo sviluppo del sindacalismo statunitense, lo scritto proseguiva osservando che in quel contesto «così importante è il ruolo della contrattazione collettiva, che essa viene considerata una istituzione fondamentale dello stesso regime di libertà e di democrazia politica» [2]. La storia del sindacato americano, del resto, è caratterizzata dalla presenza di episodi che ben riflettono alcune delle tensioni e delle esigenze stimolate dai mutamenti che hanno attraversato il tessuto produttivo e sociale degli Stati Uniti. Basti pensare, per esempio, come di fronte alle grandi innovazioni innescate dalle politiche del New Deal, il movimento sindacale abbia progressivamente sperimentato manifestazioni di insoddisfazione verso la tradizionale struttura organizzativa, costruita sul modello del craft unionism (sindacalismo di mestiere), culminate con la scissione dell’American Federation of Labor e la nascita del Committee of Industrial [continua ..]


2. Generali tendenze dell’azione sindacale USA di fronte all’evoluzione del panorama legislativo interno e ai mutamenti del contesto economico globale

Come osservava M. Grandi, una delle caratteristiche più rilevanti della contrattazione collettiva statunitense è la sua varietà, che talvolta rende poco agevole la trasposizione nel contesto americano di classificazioni di stampo europeo-continentale [6]. Tale eterogeneità – che dipende anche dalla prevalenza in quel sistema della negoziazione aziendale – induceva l’A. a rivolgere lo sguardo principalmente alle pratiche elaborate nel settore automobilistico e siderurgico e ad approfondire alcuni aspetti procedurali dei meccanismi di risoluzione delle controversie sull’applicazione del contratto, come la grievance procedure e l’arbitrato, che sono stati oggetto anche di autonoma trattazione in un più ampio studio [7]. La scelta di analizzare soprattutto i due settori appena menzionati non appare certo casuale, se solo si pensa che essi, oltre a realizzare degli asset importanti per la crescita economica del secondo dopoguerra, sono stati storicamente caratterizzati da elevati tassi di sindacalizzazione. Invero, le due più grandi associazioni sindacali operanti in detti ambiti, costituite dalla United Auto Workers (UAW) e dalla United Steelworkers (USW), per molto tempo sono state le maggiori organizzazioni di tutto il comparto manifatturiero [8]. A partire dagli ultimi decenni del secolo scorso, peraltro, anche questi sindacati sono stati esposti alle altalenanti modificazioni dell’economia globale e, in alcuni casi, la loro esperienza organizzativa e contrattuale ha finito col rispecchiare in maniera quasi paradigmatica talune delle più notevoli questioni che sono venute via via emergendo nel mondo del lavoro. Ciò è particolarmente vero per quanto riguarda il drastico calo del numero degli iscritti che, negli Stati Uniti come in altri Paesi occidentali, ha interessato molte associazioni sindacali attive in diversi settori [9]. In proposito, si stima che mentre nel 1979 la UAW riuniva circa 1.520.000 membri e la USW ne contava circa 1.205.000, col trascorrere degli anni le adesioni sono diminuite fino ad attestarsi rispettivamente intorno a 400.000 e a 412.000 lavoratori nell’anno 2014 [10]. Sul punto, è interessante notare come questa ingente riduzione si sia verificata lungo un arco temporale percorso da poderosi cambiamenti che, tra l’al­tro, hanno inciso [continua ..]


3. Struttura e tecniche della contrattazione con particolare riguardo ai casi dell’industria automobilistica e siderurgica

Le trasformazioni intercorse negli ultimi decenni hanno avuto alcune inevitabili ripercussioni sui comportamenti dei sindacati e sulle loro strategie contrattuali. In linea generale, se si pone mente all’assetto delle strutture negoziali, si può dire che la maggior parte dei settori produttivi è ancora ampiamente dominata dal tradizionale modello della contrattazione d’impresa [22]. Com’è noto, questo sistema – basato sulla negoziazione con un solo imprenditore – nella prassi delle relazioni industriali statunitensi conosce diverse declinazioni. In aggiunta ai casi in cui la contrattazione collettiva si svolge esclusivamente a livello di ogni singolo stabilimento (plant), vi sono non di rado forme più complesse in cui uno stesso contratto si applica a più aziende comprese in una determinata organizzazione. In tali circostanze, solitamente, l’accordo collettivo che si riferisce a tutte le unità produttive facenti capo al medesimo soggetto imprenditoriale è integrato da contratti locali che stabiliscono le più specifiche condizioni vigenti in ciascun impianto, secondo uno schema analogo a quello di recente sperimentato nell’ordinamento italiano dalle aziende del gruppo Fiat [23]. Non per nulla, negli Stati Uniti, questa articolazione negoziale risulta specialmente diffusa proprio nelle grandi imprese automobilistiche, oltre che nella fabbricazione di macchinari agricoli e nell’industria siderurgica, nelle quali la presenza di strumenti di coordinamento centrale a volte può rispondere anche all’interesse datoriale di organizzare in maniera uniforme i diversi siti di produzione [24]. Sebbene siano di sicuro meno frequenti, non sono mancate poi esperienze nelle quali diversamente è stato realizzato un maggiore accentramento della contrattazione, attraverso il coinvolgimento di plurimi datori di lavoro. L’esem­pio forse più conosciuto, a questo proposito, è rinvenibile nel settore dei trasporti, nel quale il più grande sindacato degli autotrasportatori (la International brotherhood of teamsters) ha stipulato un contratto, il national master freight agreement, applicabile a molteplici lavoratori dipendenti da diverse società che operano a livello interurbano e interstatale [25]. Sennonché, tali episodi sono divenuti sempre più [continua ..]


4. Recenti prospettive in materia di grievance procedure e di arbitrato: cenni

Seppure abbia influenzato il comportamento degli attori sindacali, l’evolu­zione dello scenario economico non ha comunque eliminato alcuni tratti tipici dell’ordinamento collettivo statunitense, come i meccanismi stragiudiziali di risoluzione delle controversie. Questi, nella loro forma più usuale, normalmente si possono articolare in due diverse fasi, entrambe regolate dal contratto collettivo. La prima fase consiste nella grievance procedure e, a sua volta, si compone di una serie di passaggi con i quali il sindacato affronta insieme ai rappresentati della gerarchia aziendale, a livelli via via più elevati, i reclami presentati dai lavoratori che lamentano una violazione dei termini del contratto collettivo. La seconda, al contrario, prevede l’intervento di un soggetto terzo e coincide con l’arbitrato che si instaura là dove la vertenza non sia stata risolta nella fase precedente. A differenza da quanto avviene in altri sistemi giuridici, tali procedimenti vengono attivati per dirimere una buona parte del contenzioso che si sviluppa nei luoghi di lavoro, tanto che la composizione delle grievance è stata tradizionalmente definita come il «cuore» della contrattazione collettiva americana [38]. Come rilevava M. Grandi, essa assolve a una funzione di «amministrazione» del contratto collettivo e, nella prassi, viene concepita più come uno stadio del processo di negoziazione che come una distinta attività di controllo quasi-giudiziale [39]. Simile prospettiva è indice di una diffusa impostazione che pone l’accento sull’aspetto dinamico della contrattazione, la quale viene intesa come un fenomeno di continuo aggiustamento dei rapporti tra soggetti organizzati che, unitamente alle procedure arbitrali, configura una forma di autogoverno dei problemi del lavoro gestita dai diretti interessati [40]. In quest’ordine di idee, l’arbitrato che interviene al termine della grievance procedure e che ha ad oggetto l’interpretazione e l’applicazione del contratto (c.d. grievance o rights arbitration), di solito, viene distinto dall’arbitrato a cui si ricorre per definire nuovi punti della disciplina collettiva o per modificarne le condizioni (c.d. interest arbitration) [41]. Se si eccettuano alcuni ambiti particolari, come quello dello sport [continua ..]


NOTE
Numero straordinario - 2020