Variazioni su Temi di Diritto del LavoroISSN 2499-4650
G. Giappichelli Editore

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Introduzione. Le ragioni e le complessità di un approfondimento tematico sul lavoro degli amministratori di società (di Marco Biasi, Professore associato di Diritto del lavoro, Università degli Studi di Milano)


Il lavoro degli amministratori di società si situa in una terra di confine tra il diritto commerciale ed il diritto del lavoro, in quanto tale estranea alla comfort zone degli studiosi e delle studiose di ambedue i rami dell’ordinamento. Sarebbe, del resto, vano ogni tentativo di sistematizzazione delle problematiche giuslavoristiche sottese al tema in parola senza la preventiva cognizione del processo di separazione tra la proprietà ed il controllo delle società di capitali, così come della parallela evoluzione della (recte, dell’assetto di regole di) corporate governance, al cui centro si è venuta a collocare nel tempo proprio la figura dell’amministratore. Non per nulla, in tutti i contributi racchiusi nel presente approfondimento si dà opportunamente conto di come la risoluzione delle specifiche questioni singolarmente affrontate postuli una preventiva presa di posizione circa la natura – organica vs. contrattuale – del rapporto che lega l’amministratore alla compagine sociale che il primo è chiamato a gestire, sia pure di regola collegialmente. Già nel saggio di apertura [1], a firma dello scrivente, si sottolinea che non si potrebbe ipotizzare la cumulabilità tra la funzione di amministratore e lo status di dipendente di una società di capitali laddove si ritenesse che la lettura organica del rapporto di amministrazione, da ultimo abbracciata dalle Sezioni Unite della Cassazione [2], implicasse la totale coincidenza tra l’inte­resse e la volontà della società e dell’amministratore. Dando piuttosto rilievo alla circostanza per cui la stessa giurisprudenza di legittimità consente di isolare un “segmento di corrispettività” all’interno del “più ampio ambito del rapporto associativo” tra l’amministratore e la società [3], diviene possibile non solo ammettere il cumulo, ma anche (tentare di) tracciare le coordinate teoriche della distinzione tra le funzioni amministrative e le mansioni direttive, al fine di meglio definire, in via generale ed astratta (dunque, non e­sclusivamente in riferimento a singole figure: es. amministratore delegato o unico), le condizioni alle quali le prime possono coesistere in capo al medesimo soggetto. Quanto poc’anzi osservato ha comunque riguardo al diritto sostanziale e processuale, mentre, nella sfera previdenziale, il compenso degli amministratori, come rimarcato da Valeria Filì [4], “ricade nella rete” delle collaborazioni coordinate e continuative (ossia della c.d. “Gestione Separata INPS”), il che, nell’opinione dell’A., dovrebbe indurre ad una riflessione sulla stessa riconduzione del rapporto in questione nell’ambito del diritto societario. In tale contesto, invece, la separazione, prima che la cumulabilità, tra la [continua..]

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